Campionato Sociale 2020 - Cronoscalata San Carlone - Mottarone
Splende il sole alla partenza dal San Carlone di Arona e la temperatura al livello del Lago è ancora piacevole, condizioni ideali per la gara che decreterà il Campione Sociale 2020. Dopo un rapido caffè e un breve riscaldamento siamo tutti pronti a partire.
Con noi c’è anche l’ammiraglia, con a bordo una qualificata scorta tecnica composta da Clelia, Nella, Lara e Manuela.
Alla partenza della cronoscalata ci schieriamo in sette, mentre un secondo gruppo non agonistico affronterà la salita da Armeno. Tra questi anche il giovane Ivan Franchini, accompagnato dal papà.
Il percorso è di 24,5 km con 900 metri di dislivello. Non un metro di pianura in tutto il percorso, la cui asperità principale è il primo tratto della salita del Mottarone, con arrivo alla vecchia stazione, ora parte di un parco avventura.
La gara parte subito con uno strappo di quasi un chilometro all’8%. Segue un breve tratto di discesa e di falsopiano, e prosegue con continui strappi e rilanci fino all’imbocco della vera salita, intorno al km 15. Per i primi chilometri non incontriamo mai pendenze spropositate e, se non la si affronta a tutta si può anche godere dello splendido panorama del lago e delle isole Borromee. Non è però il mio caso, poiché ho ricordi alquanto confusi di tutta la salita e posso ricostruire gli ultimi dieci chilometri solo grazie ai ricordi del passato.
Al km 20, al bivio dell’Alpino, inizia la parte dura. Normalmente qui si presentano due vie: l’Alpino o la Pineta. Noi, per fortuna, abbiamo percorso quest’ultima, altrimenti sarebbe stata ancora più dura.
La salita, immersa nel bosco fino al km 22, supera spesso il 10%. Al km 22 dopo il casello dei Borromeo, dove le biciclette possono passare liberamente, comincia un tratto in discesa, lungo quasi un chilometro, dove sia ha modo di recuperare prima dell’ultimo chilometro tutto in apnea!
Al traguardo il primo sarà Davide Buosi, nuovo Campione Sociale, seguito da Paolo Trambaioli e da chi vi scrive, un giovane di belle speranze che ha dimostrato di non sapere solo succhiare le ruote altrui.
Arrivati tutti, proseguiamo fino alla vetta, lottando contro i morsi della fame, e ci ricongiungiamo con l’altro gruppo, che ha percorso la salita dall’altro versante. Per fortuna in cima c’è il terzo tempo! Pane, salame, gateau di patate, torte… tutto quello che ci stava nella macchina adesso è nella pancia.
Qui i miei ricordi si confondono, essendo caduto nell’ammiraglia in preda a un sonno profondo.
I miei compagni sono invece tornati al parcheggio del San Carlone percorrendo la strada dell’andata tutta d’un fiato.
È giunto il momento dei saluti, tutti ci prepariamo a tornare a casa (in tempo per vedere l’arrivo del Tour a Parigi). È stata una giornata avvincente, con tanto di impervie salite, sontuosi banchetti e colpi di scena. Il mio momento preferito? Vedere la faccia di mio padre quando ha scoperto che gli avevo dato due minuti.
Giorgio Ghersina